Mercoledì 20 marzo, alle ore 21.00, salirà sul palco del Teatro Bismantova Claudio Di Palma per portare in scena uno spettacolo sul magistrato italiano Paolo Borsellino. Sarà il penultimo spettacolo della stagione teatrale 2o12/13.
Trama
“Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla, perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non piace per poterlo cambiare”.
Con questa riflessione Paolo Borsellino svela il senso più segreto del suo essere uomo e del suo essere giudice. Gli anni della sua giovinezza e quelli più difficili della sua maturità sono sempre stati animati da una tensione vitale oscillante tra la passione per la memoria e l’instancabile desiderio di produttività del futuro. La sua esperienza esistenziale è quella di un eroe. Un eroe moderno, lontano dalle tentazioni della retorica, che ha combattuto senza armi e senza violenza gli omicidi, le stragi, i tradimenti. La spiazzante lealtà intellettuale, assieme all’ inverosimile intuito, hanno fatto di Borsellino un eroe psicologico, pronto a sacrificare il proprio corpo e i propri affetti per l’ideale della giustizia. Assieme al suo fedele collaboratore Falcone, i due riuscirono ad operare un forte mutamento piuttosto insolito. Gli italiani, dopo anni in cui deviazioni politiche e mafiose avevano pretenziosamente messo a tacere ogni sorta di ideale ispirato alla giustizia, assisterono e parteciparono ad una vera e propria reincarnazione di questo valore. Una svolta concreta che ha riportato lo Stato, il senso di appartenenza del cittadino, l’equità, e il coraggio all’originale spirito limpido e inarrendevole tipico dei “fatti”, contrapposto allo stadio vuoto delle “parole”. Nei cinquantasette giorni in cui Borsellino vive dopo la morte del collega Falcone, il giudice sopravvive da uomo solo, accerchiato da tutto ciò che cercava di combattere, da Cosa Nostra, ma soprattutto dall’indifferenza collettiva atta a seppellire la verità. Così Borsellino, con rigore matematico, elabora la certezza della propria fine e la disegna come imminente a colleghi e amici, senza perdere la sua leale eleganza. Decide comunque di rimanere in Sicilia, a Palermo, sempre fedele ai suoi ideali,a Falcone e a se stesso. E’ innanzitutto il mondo femminile a condividere la sua consapevolezza della fine, composta dalla madre, dalla moglie, dalla sorella e dalle figlie, oltre al figlio Manfredi. La partecipazione al suo destino, quello di chi combatte in una sfida con un finale già scritto, è silenziosa e impregnata di una consapevolezza classica, dove la dignità dell’eroe si fonde con quella di chi dovrà piangerlo e continuarlo ad amare anche in assenza del corpo. Così la messinscena di Ruggero Cappuccio, regista dell’associazione Teatro Segreto, allinea accanto a Borsellino le figure di cinque donne, memorie di un’infanzia, intesa come età della perfezione, perduta. Il femminile distilla un’idea calda e solare della terra, come per ritrarre la Sicilia stessa. Un concentrato di suoni e immagini esalta il contrasto tra la spudorata bellezza dell’isola e i suoi umori notturni. L’ironia si rivela come elemento in grado di percorrere il dramma andando a svelarlo con più forza.
Info spettacolo
14 €
Spettacoli della stagione 2012/13
Ass.ne Culturale Teatro Segreto
Ruggero Cappuccio
Ruggero Cappuccio
Musiche: Marco Betta
Impianto scenico: Mimmo Paladino
Assistente alla regia: Nadia Baldi
Luci e fonica: Franco Polichetti
Produzione Associazione culturale Teatro Segreto – Benevento città spettacolo
Con il sostegno di: IMAIE – Istituto per la tutela dei diritti degli Artisti Interpreti Esecutori
Organizzazione: Lia Zinno
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