Com’è nato il vostro Quartet?
Tagliata: In realtà non c’è mai una nascita e non c’è una morte. Tutto viene modificato secondo le esigenze e le passioni del momento. Si cerca sempre il progresso attraverso la sperimentazione di nuovi suoni ed atmosfere. Io e Daniele Donadelli ci conosciamo da parecchio tempo e sono anni che condividiamo questa ricerca musicale, ma soprattutto abbiamo incontrato altri musicisti in grado di capire quello che vogliamo e insieme cerchiamo di far nascere qualcosa di nostro e originale.
Il titolo dello spettacolo è “Da Parigi Oltreoceano”. Qual è il legame tra la tematica del viaggio e la musica?
Donadelli: il legame sicuramente deriva dalle culture.
Tagliata: Sicuramente l’esperienza, la cultura, la vita. Ma soprattutto la vita. E queste sono tutte cose che cerchiamo di mettere insieme attraverso la musica, mettendole tutte a sua disposizione, in modo che essa possa ricordarle o ricrearne di nuove.
Perché avete deciso di dedicarvi a questo particolare tipo di musica? Cosa vi da più delle altre?
Donadelli: Innanzitutto siamo molto legati alla fisarmonica che si abbina molto bene al tango argentino in quanto affine al bandoneon (strumento tipico argentino). Inoltre in America latina c’è una forte cultura musicale. In Brasile, ad esempio, ci sono molti fisarmonicisti che hanno dato molto alla musica strumentale. Per questo siamo molto vicini a questi generi, che spesso abbiamo fuso insieme.
Come nasce la vostra passione per questo genere di musica, lontano dagli ambienti accademici?
Tagliata: Per ognuno di noi è stato diverso. Forse nella sostanza uguale, ma in momenti di vita diversi, soprattutto per una questione anagrafica. Cominciando a studiare la fisarmonica si parte dalla nostra musica popolare, ossia il liscio. In seguito la curiosità di sperimentare nuovi suoni ci ha spinti nel tempo ad avvicinarci al jazz e alla musica d’improvvisazione. E, di conseguenza, quando si fa improvvisazione con gli strumenti a mantice si va a toccare quel particolare mondo musicale. Prima non era per niente un genere accademico, ma ora sta tentando anch’esso di entrare nelle aule dei conservatori (sempre più aperti al jazz e alla musica d’improvvisazione). Tutto, però, è principalmente legato alla passione per la fisarmonica. Il resto è venuto dopo.
Sg. Donadelli lei ha frequentato l’Istituto Musicale Merulo. Che sensazione ha provato esibendosi sul palco del Bismantova, qui a Castelnovo ne’ Monti?
Donadelli: E’ stata sicuramente una forte emozione anche perché in sala era presente il caro maestro Gandolfi assieme a Mirco Ferrarini, con cui ho studiato fisarmonica classica dopo il diploma, gli ultimi due anni, e con cui ho avuto un’ottima esperienza. Poi Castelnovo è un luogo in cui ho trascorso una decina di anni per i miei studi, dunque è sempre un piacere potervi tornare.