MONTASI SU BISMANTOVA immagine e identità di un simbolo

dal 30-03-2013 al 05-05-2013

LA MOSTRA RIMANE ESPOSTA FINO AL 5 MAGGIO COMPRESO ED E’ VISITABILE CON LE MEDESIME MODALITA’ GIA’ IN USO.

Il periodo pasquale tradizionalmente rappresenta l’avvio dell’attività espositiva del nuovo anno, e non si fa eccezione in questo 2013. Gli spazi del Teatro Bismantova ospiteranno infatti la mostra fotografica di Paolo Ielli, Responsabile del servizio Cultura e della biblioteca comunale fino al 2011, ma fotografo appassionato, con una forte inclinazione per la ricerca sulla composizione dell’immagine, da più di 30 anni. Un progetto fotografico, quello che viene proposto al Bismantova, incentrato su quella che è l’icona principale del nostro territorio: la Pietra di Bismantova. Un progetto che si svilupperà anche e soprattutto in un volume in uscita nelle librerie, interessante anche per l’impostazione grafica: le foto sono stampate su pagine “slegate”, e corredate con una ricerca molto dettagliata sull’uso fatto nel corso degli anni dell’immagine di Bismantova da associazioni, esercizi, artisti, che danno un quadro molto efficace di come un affetto ed un legame fortissimo corre tra la comunità appenninica ed il suo principale monumento naturale. Così scrive Ielli nell’introduzione del volume: “I simboli sono convenzioni adottate per rappresentare la realtà in modo semplificato, e la loro è una funzione alternativa, quella di “stare al posto di” un contenuto linguistico. I simboli non servono a descrivere la realtà per mezzo di una figurazione diretta ed esplicativa, ma consentono di identificarla in modo intuitivo e allusivo, conferendole un carico di senso di particolare forza e intensità. […] Un ulteriore passaggio è relativo all’identificazione di chi abita stabilmente un luogo in un “segno” di forte valore simbolico che si afferma e consolida nel tempo, acquistando una valenza condivisa di vissuto collettivo. Si genera così un meccanismo in cui una immagine simbolica viene adottata come altamente rappresentativa, assimilata come un dato acquisito, interiorizzata quale orizzonte visivo quotidiano e sottofondo scenografico del paesaggio, stimolo mentale e nume protettore; percepita infine, in forza del potere aggregante dei simboli, come elemento rafforzativo dell’appartenenza a quel luogo e alla sua (o alle sue) comunità. […] Capita allora di vivere a Castelnovo ne’ Monti, e di trovarsi quotidianamente sotto la sagoma imponente di una maestosa rupe chiamata Pietra di Bismantova, una grande tavola di arenaria che, collocata quasi al centro del paesaggio appenninico, ne domina la vista da una posizione di invidiabile (ma ancora troppo poco conosciuta) bellezza. Nel 2001 il mensile di divulgazione scientifica Focus la classifica come una delle montagne più belle del mondo (9), assieme a luoghi-simbolo universalmente riconosciuti come la Monument Valley in Arizona, l’Half Dome nella Yosemite Valley in California, la Devil’s Tower in Wyoming. […] Nella montagna reggiana, Bismantova è una delle mete di eccellenza e un luogo di forte attrazione turistica, escursionistica e alpinistica, ma per molti di coloro che vivono sotto la sua incombente mole, la sua presenza riveste quasi una funzione “sacrale”, assume il ruolo di un totem che induce identificazione mentale, risveglia una sorta di orgoglio e un senso collettivo di appartenenza. Una vibrazione, una specie di aura la circonda: l’immagine di Bismantova appartiene alle persone che a loro volta appartengono a Bismantova, è il transfer di un fenomeno psicologico che fa assumere a questa montagna non solo una valenza paesaggistica, ma anche un valore antropologico e culturale. […] E’ da decenni fonte di ispirazione per scrittori e poeti, per autori di canzoni ma ancor più per pittori, scultori e fotografi, di alcuni dei quali, ormai storicizzati, si conservano le opere nei musei e nelle collezioni cittadine. […] Allora cado anch’io nell’orbita di gravitazione attorno a Bismantova e provo a renderle il mio personale tributo con un minimo, metaforico e frammentario viaggio in questa parte d’Italia. Provo a raccontare la mia attrazione per questo luogo con una serie di immagini: ognuna sintesi e risultato della fusione di due o più precedenti riprese, con un procedimento di ormai desueta artigianalità fotografica nell’epoca degli effetti speciali del digitale. La narrazione gioca su piani diversi, propone paradossi temporali, accosta antitetiche condizioni meteorologiche, confonde con falsi e “scivolamenti” geografici, inganna seminando “errori” nascosti: lo scintillio, il riflesso della luce del sole sull’acqua di fiumi che scorrono sì nell’appennino, ma non nei luoghi mostrati in quelle inquadrature, che mostrano così paesaggi verosimili ma inesistenti; i profili simultanei del monte ripresi da angoli visivi opposti e condizioni di luce diverse; ribaltamenti di prospettive (il cielo sotto la terra, il pieno che diventa vuoto), acrobazie spaziali, aeree sospensioni e improbabili galleggiamenti della roccia, impossibili trasparenze, trasferimenti di senso e complici omissioni: la presenza-assenza della montagna, celata alla vista da un albero in fiore, è intuibile (riconoscibile) solo da parte di chi ha già percorso quel sentiero e si è orientato in quei luoghi”.

 

Inaugurazione della mostra e presentazione del volume Sabato 30 marzo ore 18.00

Apertura mostra: orari di spettacolo del cinema-teatro ed inoltre nei giorni 1-7-14-21 aprile dalle 16.00 alle 19.00. Visita su prenotazione telefonando in Teatro al numero 0522-611876 da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00