Ahimè è un film naif, provinciale e sempliciotto dedicato a tutti i Q.I. inferiori a 70. Ma anche e soprattutto la ricerca di un “contenitore buono” dopo la delusione asilare. Si ricordi che la legge 180 è del 1979 e l’idea del film comincia proprio allora, con un lavoro prima di telaio, poi di psicomotricità: tutta la troupe finì in palestra a scoprire la differenza tra corpo che è, corpo che ho e corpo che sono, anche perché Claudio Oleari, apprezzato filmaker che lavorava in16 mmnel lontano 1980 aveva prescritto la capacità di ogni attore di saper almeno ripetere la stessa scena due volte. Non successe mai, anzi una delle strategie più utilizzate fu quella di girare al volo e spesso il meglio era sempre proprio quando finiva la pila della camera. Una messa in scena e una visione della psichiatria come scienza di contenitori, di contenimenti e alla fine di autentica accoglienza, perché forse la parte migliore di noi è altrove, e siamo ospiti nel vuoto dell’altro.
Soggetto e Sceneggiatura: Anna Miciano & B. Valdesalici, Fotografia: Arturo Albenga, Musiche: Laboratorio Musicale di Castelnovo ne’ Monti (RE),Effetti Sonori: Leary’s Studio, Montaggio: Luigi Mugnai, Produzione: Comune di Villa Minozzo (RE)
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