sperimentale nello spazio a bordo di un razzo insieme ad altri
tre compagni: la sua ex fidanzata Sue Storm, il fratello di
lei Johnny e il pilota Benjamin Grimm. Durante la navigazione,
però, i futuri fantastici quattro vengono investiti in pieno
dai raggi cosmici che operano in loro delle straordinarie
trasformazioni: le cellule del corpo di Reed (Mr. Fantastic)
diventano di una sostanza simile alla gomma, resistentissima,
che gli permette di assumere qualsiasi forma. Benjamin Grimm
(la Cosa) si trasforma in un essere mostruoso composto da
tante pietre e dotato di una forza pari a quella di mille
uomini. Il corpo di Johnny Storm (la Torcia Umana) diventa
incandescente e inizia a prendere fuoco. Da questo momento,
essendo più leggero dell’aria ha la facoltà di volare e può
anche lanciare raggi infuocati e palle di fuoco. Susan (la
Donna Invisibile) invece, inizia a scomparire e a ricomparire
a seconda della sua volontà e assimila anche il potere di
creare un campo di difesa indistruttibile, utile a difendere
il quartetto in caso di estremo pericolo. Contro di loro si
scatena l’ira del Dott. Destino, un ex compagno di studi di
Reed Richards che in seguito ad un esperimento sbagliato –
cercava di usare una macchina inventata da Reed per poter
comunicare con l’oltretomba – è rimasto sfigurato in viso ed è
costretto a indossare perennemente una maschera di ferro.
Poiché ritiene Reed Richards responsabile dell’origine dei
suoi mali, inizia una battaglia personale contro i fantastici
quattro e contro il mondo intero…
Critica"Che cos’hanno dunque ‘I Fantastici Quattro’ in più dei
vari ‘Batman’ e ‘Superman’? Elementare: il divertimento, la
leggerezza, l’energia che avevano sulla pagina e che i loro
cugini superimpegnati occultano a colpi di fumosi problemi
esistenziali. Forse per farsi perdonare l’impennata dei budget
che in pochi anni ha messo nelle mani di questi eroi di serie
C mezzi da serie A e oltre. Con relativi sensi di colpa e
geremiadi ben visibili sotto gli effetti kolossal: che stress
essere un supereroe! Che fatica la doppia identità! E che
responsabilità, signora mia, tutti quei superpoteri in tempi
come questi… (…) Il resto procede allegramente in chiave
di autoparodia, con liti e bisticci fra i Quattro sul modo
migliore di prendere la faccenda. Cavalcare l’onda? Servire il
popolo? Tornare a tutti i costi normali. Purtroppo non c’è
supereroe senza supercattivo, qui poi anche il villain è
mutante, sicché il tedioso epilogo tutto botti & sfracelli è
dominato dallo scontro con l’odioso industriale che li ha
spediti nel cosmo e che sta lentamente diventando di metallo.
Ma intanto ci siamo goduti un film senza pretese e con
personaggi inconsistenti ma simpatici come se ne vedevano
nelle serie tv anni ’70. Dopo schiere di eroi ipercinetici ma
tormentati asessuati, criptogay, supernevrotici non è neanche
poco." (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 16 settembre 2005)
"’I fantastici quattro’ si occupano, piuttosto, di beghe
personali e maneggi d’amore, in un prodotto molto più
calibrato sul pubblico dei teen-ager e diretto da un esperto
videoclipparo. (…) Il problema è che il film impiega la
maggior parte del temo a esporre tutte le premesse,
soffermandosi sulla scoperta dei vari superpoteri acquisiti
per caso come se si trattasse del ‘pilot’ di una potenziale
serie. Il che lascia poco spazio allo sviluppo dell’azione,
che si avvale di una regia abbastanza spettacolare e di buoni
effetti visivi ma resta confinata in un pugno di sequenze."
(Roberto Nepoti, ‘la Repubblica’, 17 settembre 2005)