L’ Odissea di Omero, madre di tutte le avventure e viaggio per antonomasia, dopo essere stata letta e tradotta in tutte le lingue viene proposta ora in dialetto romagnolo grazie alla traduzione di Tonino Guerra.
Il dialetto come “lingua di scena”, lingua viva.
Sul palcoscenico un leggio, un uomo e la sua voce che srotola davanti agli occhi dello spettatore le mille vicende dell’ eroe mitico impersonando il narratore, lo stesso Ulisse, tutti i personaggi incontrati durante il viaggio che il dialetto smitizza e riavvicina. Quella di Bach la musica che si insinua tra le parole.
“Le cantèda de caval”, “ad Polifemo”, “ad Circe”, “dagli ombri”, “dal sirèni”, “di Feaci”, “ad Eumeno” e “ad Penelope” sono gli otto canti per otto personaggi che accompagnano il pubblico in un viaggio epico che sa di quotidiano.