“Se noi ombre vi abbiamo irritato, non prendetela a male, ma pensate di aver dormito, e che questa sia una visione della fantasia… noi altro non vi offrimmo che un sogno”
(William Shakespeare)
Con il suo modo peculiare di fare, di intendere e di vivere il teatro, i rapporti, la ricerca e la cultura che lo ha caratterizzato fin dalle prime esperienze, Teatro Gioco Vita incontra il teatro d’ombre alla fine degli anni Settanta per poi essere riconosciuto a livello mondiale con teatri ed enti lirici grazie alla propria coscienza professionale e all’ampia sperimentazione svolta. Attualmente Teatro Gioco Vita è riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Emilia Romagna come Teatro Stabile di Innovazione. La compagnia, nata nel 1971, è tra le prime realtà in Italia ad essere protagonista del movimento dell’animazione teatrale, grazie alla quale ha saputo dare un contributo originale alla nascita del teatro ragazzi. Con questo spettacolo la compagnia si avvicina all’opera di William Shakespeare. “Sogno di una notte di mezza estate” rappresenta un terreno ideale per evolvere e maturare il proprio linguaggio artistico. In quest’opera ad intrecciarsi sono due mondi apparentemente contrapposti: uno solare e corporeo, quello della corte di Atene, degli amanti e degli artigiani, ed uno notturno ed etereo, quello degli spiriti, di Oberon, Titania, Puck e delle fate. L’incontro di questi due mondi, però, non produce un conflitto, bensì ombre e uomini scoprono di essere complementari, gli uni parte integrante degli altri. Le ombre dipendono chiaramente dal mondo degli uomini, ma allo stesso tempo per gli uomini non è possibile vivere senza le proprie ombre, che rappresentano la parte di sé più misteriosa ed inquieta che li abita. Proprio per questo il Sogno diventa per il Teatro Gioco Vita un’occasione per sperimentare nuove possibilità sceniche grazie alla fusione del teatro d’ombre con la danza. Avviene dunque una sorta di esplorazione dell’incontro tra corpi ed ombre, permesso grazie all’alta mediazione della musica.
Tutto quanto accade innanzi ai vostri occhi, cari spettatori, è un sogno.
Un sogno che prende corpo grazie alle ombre – spesso le inquietanti ombre – della vostra immaginazione. Perché la rappresentazione teatrale, come la poesia, non è, e non può essere, una realtà, non può dare certezze, né rendere conoscibile l’inafferrabile realtà. Ma di tutto questo, dando corpo alle ombre della fantasia, può darvi l’illusione…
In collaborazione con ATERDANZA Emilia Romagna