Intervista a Rolando Ravello
Come nasce il rapporto con Alessandro Mannarino, cantautore romano, che hai scelto come colonna sonora dello spettacolo? Perché proprio lui?
Il primo anno che ho portato in giro questo spettacolo cercavo un cantastorie che mi accompagnasse, immaginavo questo spettacolo a due voci, una voce narrante e un’altra di accompagnamento, che attraverso la musica e colori diversi raccontasse un altro strato di spettacolo. Un amico, Massimiliano Bruno, mi ha presentato Alessandro che ai tempi suonava nei localini. Io non lo conoscevo ma mi sono subito innamorato di lui e della sua musica, adesso siamo grandi amici. Il primo anno mi ha accompagnato proprio in scena. Ha composto le musiche in cinque giorni, mentre allestivamo lo spettacolo, è proprio geniale. Di giorno provavamo e di notte lui scriveva la musica. La mattina mi presentava i suoi pezzi ed erano sempre perfetti. Ha scritto anche la colonna sonora del film che uscirà il 28 Febbraio.
Qual’è la soddisfazione maggiore nel portare in giro uno spettacolo impegnato, che tratta temi civili e sociali?
La soddisfazione più grande che ho ogni volta che rifaccio questo spettacolo è sentire la gente che si diverte nonostante il tema sia piuttosto pesante. La gente segue, ride, si commuove. Hai occasione di interagire con il pubblico. Non è un testo che il pubblico subisce. E’ come stringere un patto con lo spettatore, tu ci metti la tua voce, la tua faccia, la storia e il pubblico ci mette la riflessione. E’ occasione per riflettere tutti insieme su un tema che ci riguarda tutti. La storia di Agostino è la faccia di una malattia che stiamo vivendo tutti.
Quella di Agostino, operaio al quale rubano la casa, è una storia vera. Come l’ha presa di essere portato in scena il vero Agostino?
Agostino è da sempre entusiasta, mi ha seguito in tutti gli spettacoli, gli ho fatto firmare il soggetto del film. E’ contentissimo e io sono contento per lui. Alla fine se ti capita di vivere situazioni di questo genere diventi un piccolo eroe, sei un piccolo eroe. Fa parte delle battaglie quotidiane che stiamo vivendo tutti, chi più chi meno, le persone oneste ovviamente.
(Foto di Erica Spadaccini)